Clorinda Gentile

Vita geniale, grande amore per la moda

Dall’infanzia fra la guerra, alla voglia «matta edisperatissima» di far abiti anche dalle lenzuola e dalle pezze, ai primi passi nella’bottega della sorella.

 

Fino alla propria sartoria dove Clorinda Gentile, ancora giovanissima riesce a convogliare, nell’immediato dopo guerra, tante signore alla ricerca di eleganza. Per loro la Gentile immagina, progetta, cuce, da forma ai sogni.

 

Veste la moglie milanese di Guglielmo Sangiorgi, titolare dell’omonimo teatro che non trova in città gli abiti che fanno per lei; veste nobildonne e debuttanti, signore che sognano la moda di Parigi, giovani in procinto di sposarsi.

 

In questo settore, anzi, Clorinda Gentile si «specializza»: il suo atelier in viale Africa, per trent’anni è stato un punto di riferimento per abiti da sposa e da cerimonia.

 

Nel 1991, a 61 anni appena, Clorinda Gentile, stanca e forse anche sfiduciata, chiude tutto e si ritira. Un riposo scelto e cercato, per fare «finalmente» la casalinga e stare con il marito, sposato da giovanissima e col figlio Nello e la figlia Francesca.

 

Ma è un «riposo» che dura pochi mesi. « Avevo tanti scampoli di stoffe bellisime che utilizzavo nel mio atelier – raccontava – e ho deciso: continuerò a far vestiti, farò vestiti per bambole». Nasce da questo progetto un’incredibile collezione di

bambole. Viso, mani, e piedini in ceramica di Caltagirone e abiti fantastici pieni di stoffe sontuose, ricami a mano, dipinti. Due collezioni ogni anno- primavera-estate e autunno-inverno come per l’Alta moda- che negli anni hanno riempito tutto il salone di casa (le bambole non sono mai andate in vendita). Di tanto in tanto, «colpo di testa», la stilista ha realizzato bambole «dedicate», replicanti gli abiti da sposa dei regnanti di mezza Europa: Con regalo finale e affettuosi ringraziamenti dalla casa reale.

 

Il suo sogno era aprire una bottega a S. Berillo, nel cuore della città, di cui attendeva con ansia.il risanamento per aprire una scuola gratuita di haute couture. Per non disperdere questo patrimonio di passione ed esperienza e per insegnare alle giovani generazioni come si cuce un vestito a regola d’arte, come si scoprono i segreti delle stoffe e dei colori, come si trasforma una donna in una principessa.

Con Alberto Lupo,
intenta a “sistemare” una delle modelle pronte a essere “immortalate” con Alberto.

Con lo stilista Angelo Litrico foto del 1976.